Un intervento a Talks About con Stefano Saladino e Martina Cogliati come “narratrice dell’innovazione” per il progetto di Rinascita Digitale. Racconto il viaggio e cosa mi hanno lasciato gli incontri con queste menti creative, intuitive e generatrici di innovazione. Perchè quando sono partita di una cosa ero certa: il binomio-innovazione tecnologia va assolutamente scardinato.
Perchè l’innovazione è uno stato della mente. “Innovation is a state of Mind”
Nel giugno del 2021, la Presidente von der Leyer aveva solo anticipato quello che a fine gennaio è diventata una proposta della Commissione al Parlamento Europeo di approvazione della 𝗗𝗶𝗰𝗵𝗶𝗮𝗿𝗮𝘇𝗶𝗼𝗻𝗲 𝗲𝘂𝗿𝗼𝗽𝗲𝗮 𝘀𝘂𝗶 𝗱𝗶𝗿𝗶𝘁𝘁𝗶 𝗲 𝗶 𝗽𝗿𝗶𝗻𝗰𝗶𝗽𝗶 𝗱𝗶𝗴𝗶𝘁𝗮𝗹𝗶 𝗽𝗲𝗿 𝗶𝗹 𝗱𝗲𝗰𝗲𝗻𝗻𝗶𝗼 𝗱𝗶𝗴𝗶𝘁𝗮𝗹𝗲.
Per leggerla e scaricarla vedi qui Digital Rights Diritti Digitali
Anche solo scorrendo velocemente i titoli dei capitoli che l’articolano, si capisce l’importanza della sua approvazione in tempi rapidi, seguita da una applicazione che permetta di tutelare il cittadino europeo nella sua nuova vita #onlife come direbbe il Professor Luciano Floridi.
Vediamo in sintesi seguendo i capitoli in cui è articolata la dichiarazione dei Digital Rights (Diritti Digitali)
✅ Mettere le persone al centro della trasformazione digitale. ✅ Solidarietà ed inclusione (tra cui il diritto alla connettività e alla formazione sulle competenze digitali). ✅ Libertà di scelta, per un ambiente equo online e un’interazione consapevole con l’Ai. ✅ La partecipazione allo spazio pubblico digitale per evitare disparità tra i cittadini. ✅ Il diritto alla sicurezza per un controllo dei dati e la tutela dei più giovani ovvero cyber safety, concetto differente rispetto alla più conosciuta security. ✅ La sostenibilità del digitale, favorendo soggetti a ridotto impatto sociale e ambientale.
Ne abbiamo parlato su Rinascita Digitale con Pietro Jarre, co fondatore di Sloweb ed esperto di memoria digitale e di sostenibilità in senso ampio, non solo ambientale.
Perchè la consapevolezza di avere dei diritti è il primo passo per esercitarli.
Giornata Mondiale della Terra Rinascita digitale Good Morning Doers Micol D'Andrea
Non da soli, ma con gli altri.
This is a blue planet, but it is a green world
(Karl J. Niklas)
Giornata Mondiale della Terra, 22 aprile 2021. Sostenibilità nel food.
Quest’anno è l’anno di Dante. Sono passati 700 anni dalla sua morte.
La Divina Commedia rimane la sua opera più famosa.
Cosa c’entra questo con l’innovazione e la sostenibilità? Ti chiedo qualche secondo.
Ho sempre pensato che delle mille cose che insegna quel capolavoro, ce ne sia una sottovalutata. Ma che ho portato con me nella vita adulta.
Se vuoi conoscere una cosa, l’unica possibilità è affrontarla a viso aperto.
Ma non farlo da solo. Cerca un Virgilio. Cerca una guida. Cerca una persona saggia, sapiente e capace di affiancarti nella scoperta. Insieme il viaggio farà meno paura.
Perché la conoscenza significa svelare anche scomode verità. Inferni roventi.
Perché la conoscenza significa viaggiare nelle paludi del possibile. Purgatori mediocri.
Perché la conoscenza significa scoprire il meglio dell’umanità, quel lato che la rende più simile a quello che non è. Non è un paradosso dell’identità?
Una data importante questa 51esima Giornata Mondiale della Terra in vista degli obiettivi sostenibili dell’Agenda 2030.
E così per una data importante come la 51esima Giornata della Terra abbiamo deciso di farci affiancare da chi la sostenibilità la conosce, o meglio la “agisce”, ogni giorno sul territorio e per il territorio. Chiedendo di raccontarci i loro “gironi”. Le battaglie che ogni giorno affrontano. Sapendo che esiste un rischio.
La situazione può cambiare al punto tale che non sarà più possibile tornare indietro. Come se Dante non riuscisse a “riveder le stelle” ma ripiombasse nelle Malebolge.
Lì dove la temperatura è insostenibile. Lì dove la pece ribolle. Vi ricorda qualcosa?
Questo viaggio nella sostenibilità l’abbiamo fatto con Rinascita Digitale scegliendo alcuni temi dell’agenda mondiale di questa Giornata Mondiale della Terra con The Map Report che ci ha affiancato per questo evento come la responsabilizzazione individuale verso un consumo sostenibile, lo sviluppo di una green economy e un sistema educativo ispirato alle tematiche ambientali.
Gli ospiti della nostra tavola rotonda sulla sostenibilità nel settore food.
E abbiamo scelto di partire da una prospettiva comune come quella del cibo che ci coinvolge ogni giorno. Perché come ha detto Elena Cadel, Ricercatrice, BCFN Foundation, il cibo è uno strumento di cittadinanza attiva. Quello che noi pensiamo come atto individuale è un atto sociale.
Non a caso Claudia Laricchia, Direttore relazioni istituzionali, Future Food Institute ha parlato de “L’innovazione è un atto collettivo”. E poi grazie al contributo di Eugenio Sapora, Country Manager Italia, Too Good to Go applicazione per evitare lo spreco alimentare, abbiamo sottolineato che “L’innovazione è fare”.
E poi? Poi abbiamo concluso come abbiamo iniziato. Con le api. Una collettività che agisce nel proprio mondo ma a servizio anche del nostro mondo, come abbiamo appreso dai contributi di Giuseppe Manno, Fondatore di Apicoltura urbana società e di Massimiliano Montefusco, General Manager di RDS.
E noi? Noi che siamo una comunità del fare in quanto iDoers?
Possiamo fare, nel nostro piccolo. Dal nostro divano non solo oggi che è la Giornata Mondiale della Terra ma ogni giorno. Come ci indica la guida delle Nazioni Unite “The Lazy person’s guide to save the world”, un elenco di cose super facili che ogni persona, anche la più pigra, può adottare nella propria routine per fare la differenza e contribuire all’implementazione degli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile presenti all’interno dell’Agenda 2030.
Perché se l’innovazione è fare, la prima cosa da fare è cambiare il nostro “mindset”. Non da soli, ma con gli altri.
Per la rubrica INNOVAZIONE COME MINDSET di Rinascita Digitale
Chief Innovation Officer di Leroy Merlin, autrice del libro #UXWriter e Founder dei Digital MasterMinds, Alice Morrone ha l’innovazione del DNA.
Alice Morrone, quando l’ho chiamata per chiederle l’intervista mi ha detto “Scusami, se senti rumore, è il nuovo robottino che ho preso su Kickstarter”. 🤦🏻♀️
Per la terza puntata dell’Innovazione come Mindset con Stefano Saladino, abbiamo ospitato Alice Morrone, Chief Innovation Officer in Leroy Merlin, autrice del libro #UXWriter e Founder dei Digital MasterMinds, una community a numero chiuso per responsabili di eCommerce, nata da una sua esigenza diventata più che una community nel giro di un paio di anni. Insomma una di quelle persone che possiamo definire multipotenziali, ovvero con talenti ed interessi apparentemente diversi diversi, ma che riescono a portarli avanti nella professione. Su questo tema c’è il libro di Emilie Wapnik, e il suo Ted Talk correlato, che ha fatto scuola, sollevando moltissime persone che pensano di essere “diversi” questo. Tra l’altro, se il tema vi interessa c’è il blog della stessa Wapnik con relativa newsletter ricco di approfondimenti e suggerimenti, nonchè una community di multipotenziali.
Con Alice siamo passati da temi come la funzione dell’innovation manager con il suo ruolo di inoculare il #virus dell’innovazione a tutta l’azienda fino a come portare il cambiamento attraverso la temibile chat di WhatsApp dei genitori dell’asilo.
“Credo che l’innovatore non sia né un early adopter, né un geek. Per me è una persona con una forte propensione al rischio. Nel senso che è una persona che ha davvero la capacità, la volontà e il desiderio di buttarsi nelle cose. Estremizzata è molto simile, al giocatore d’azzardo, che conosce il tempo giusto per alzarsi dal tavolo e il rischio di non essere capito. “
L’intervista integrale è qui. e, se volete seguirci, potete vedere la playlist delle intervista sul canale YouTube di Rinascita Digitale.
ps. Siamo sempre molto seri. Qui poco prima di sapere che Marc Benioff, CEO di Salesforce ha acquisito Slack.
Per la rubrica INNOVAZIONE COME MINDSET di Rinascita Digitale
Fabrizio Rinaldi Innovation Manager Versace
Senior Innovation Manager di Versace e autore di Innovation Waves, podcast sull’innovazione Fabrizio è una delle menti più interessanti per parlare di innovazione nel mondo della moda.
Fabrizio Rinaldi quel giorno ha esordito così: “La mia sensazione rispetto alla 𝗰𝘂𝗹𝘁𝘂𝗿𝗮 𝗵𝗮𝗰𝗸𝗲𝗿 è che al momento esista, soprattutto nel filone cinematografico e dei media, una concezione negativa al termine, la cui vera essenza si è persa nel tempo. Cultura hacker, e l’hacker in sè, è una persona che prova godimento nel risolvere problemi in maniera intellettiva, un giocatore di scacchi, una persona che se si ritrova davanti ad un problema piuttosto che stare a rimuginare che questo è diventato un ostacolo, trova il modo per superarlo. Quella verve, quella spinta, quello stimolo intellettivo nel superare un ostacolo è quello che ho visto mancare di più. Soprattutto quando lanci un’idea nel campo dell’altra persone e l’altra persona dice “abbiamo sempre fatto così”.
Per “Good Morning Doers” con Stefano Saladino e Rinascita Digitale, l’abbiamo intervistato come primo ospite della rubrica Innovazione come Mindset. Fabrizio Rinaldi Hacker, Advisor, autore del podcast Innovation Waves e Digital Innovation Manager di Versace.
Ci ha raccontato tantissime cose, tra cui la cultura del fallimento, la necessità di avere uno sponsor e l’importanza della creativà. Una lista di consigli per portare la visione dell’innovazione non solo nel lavoro, ma anche nella vita di ogni giorno. E poi ci ha regalato una parola indiana 𝙅𝙪𝙜𝙖𝙖𝙙 che significa “pensare frivolo”.
Mi è rimasta in testa una frase “𝘝𝘰𝘨𝘭𝘪𝘰 𝘤𝘩𝘦 𝘵𝘶 𝘧𝘢𝘭𝘭𝘪𝘴𝘤𝘢 𝘲𝘶𝘢𝘵𝘵𝘳𝘰 𝘱𝘳𝘰𝘨𝘦𝘵𝘵𝘪 𝘲𝘶𝘦𝘴𝘵’𝘢𝘯𝘯𝘰.”
L’intervista integrale la trovate qui e il suo blog chiamato appunto Innovation Waves: Riding the waves of Science, Technology and Digital Culture lo trovate a questo indirizzo qui.
Seguitelo perchè è una delle persone più interessanti, imprevedibili e con un grande senso dell’umorismo. Anche se a volte non sembra. 😉
“L’innovazione non è ricerca di nuove soluzioni. Ma di nuovi significati.” Un mindset prima ancora che una soluzione. Un viaggio.
Siamo partiti con Stefano Saladino da questo assunto del professor Roberto Verganti per impostare in contenuti della nuova rubrica sull’innovazione di Rinascita Digitale.
Era il 19 novembre 2020 e da quel giovedì sono online su Rinascita Digitale con un approfondimento per leggere l’innovazione cercando i suoi veri significati. Il primo format della rubrica si chiamava Continuous Innovation. Da ottobre 2021 è subentrato un nuovo format che all’interviste affianca analisi di scenario, racconto di nuove professioni, pitch d’impresa. Abbiamo scelto di chiamarla Innovation Journey, un viaggio nell’innovazione.
E siamo partiti dal futuro grazie al contributo dell’Italian Institute for the Future e dei suoi membri, tra cui Roberto Paura, Gloria Puppi, Gennaro Russo.
L’idea dell’innovazione come mindset è rimasta, ma è diventata un viaggio esplorativo grazie anche a dei Virgilio, che mi accompagnano con la loro conoscenza.